di Salvo Barbagallo
In verità pochi (per non dire, pochissimi o nessuno) si attendevano che la visita (trasferta o blitz) del premier Paolo Gentiloni a Catania avrebbe cambiato “qualcosa”. Anche se la “mission” del Presidente del Consiglio era quella di fare “il punto” sul “Patto per Catania”, pochi (per non dire, pochissimi o nessuno) speravano di conoscere esattamente cosa è stato fatto fino ad oggi.
E allora? Allora c’è da chiedersi quale sia stata la reale sollecitazione che ha spinto il Capo del governo (attuale) del Paese a effettuare un “viaggio” sicuramente sfiancante (visti tempi ristretti) in una città del profondo Sud che più tempo passa e più “profonda” nel degrado appena fuori dalla piazza “simbolo” dove sorge il Municipio e la Cattedrale. Non sappiamo, ma le riflessioni dei “comuni” cittadini saranno inevitabili.
Le agenzie stampa hanno trasmesso contenuti politici espressi dal premier, una frase (forse, probabilmente) ha rispecchiato la situazione: …Mi rendo conto che in questi giorni io possa apparire e fare la parte del marziano, uno che non si rende conto. Ma vi assicuro che mi rendo conto della difficoltà (…), ha affermato Paolo Gentiloni.
Altrettanto significativa un’altra frase, pronunciata dal sindaco Enzo Bianco dopo avere mostrato al premier un’immagine della Sicilia fotografata dallo spazio: Una delle zone più luminose – ha detto il sindaco Bianco – è l’area attorno l’Etna, cioè la città metropolitana di Catania. Siamo una grande comunità, orgogliosa del nostro passato, ma che guarda con speranza al nostro futuro (…).
Più pregnanti (a nostro avviso) le cose dette dai sindacati al Presidente del Consiglio nei pochi minuti loro concessi per intervenire. A Catania il lavoro non c’è e la dignità dei suoi cittadini è calpestata, nei quartieri periferici si delinque sempre più anche per disperazione. Lo sfruttamento selvaggio dei lavoratori, dal settore del call center a quello dei campi, con il caporalato, è una realtà consolidata. In Sicilia gli occupati nella fascia di età tra 20 e i 64 anni sono solo il 42%, la disoccupazione giovanile si è stabilizzata oltre il 50% (quella femminile oltre il 58%), il ricorso ai voucher nell’Isola è cresciuto del 97,4% per l’anno 2015, e la provincia di Catania rispecchia proprio questo andamento. Catania resta nel sempre più ristretto gruppo delle province italiane in cui la Cassa integrazione cresce (…) Signor Presidente, potrà osservare da vicino, nel corso del tragitto che lo condurrà alla Green Power, il degrado di una Zona industriale la cui competenza ricade nella complessa burocrazia regionale, che durante le piogge, anche quelle non troppo aggressive, si trasforma in un ‘area colabrodo. Le aziende devono ancora fare i conti, nel 2017, con la mancanza delle più elementari condizioni di sicurezza, con l’assenza di acqua e di luce e di infrastrutture basilari (…)..
Il degrado, purtroppo, non è solo quello che si registra alla zona industriale: come detto, al Presidente del Consiglio sarebbe stato sufficiente una passeggiata già verso Corso Sicilia per rendersi “direttamente” conto dello sfacelo che domina la città. Le “vedute panoramiche” dallo spazio (ancora purtroppo) sono tutt’altra cosa, dal”basso” cambia tutto. E poi, le “bellezze naturali” della Sicilia di certo non sono opera né dei politici, né di chi governa il Paese.
Paolo Gentiloni si è detto soddisfatto dalla circostanza che “Catania sia la prima città del Sud in cui faccio visita da quando sono Presidente del Consiglio. Con il sindaco Enzo Bianco mi lega anche un rapporto di amicizia” (…) e il sindaco della città etnea sicuramente gli sarà grato per questa “visita di cortesia”.
Ma per i Catanesi? Restano le “osservazioni” dei Sindacati. E tanto basta.